LIBRO BIANCO SUL SETTORE FUNERARIO ITALIANO

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1 Via Cavour, 179/A Roma Tel. +39 (0) Fax +39 (0) sefit servizi funerari pubblici italiani Tel +39 (0) Fax +39 (0) LIBRO BIANCO SUL SETTORE FUNERARIO ITALIANO 2008

2 Abstract Perché un Libro Bianco sul settore funerario in Italia? Il settore funerario in Italia costituisce una realtà di cui non vi è una diffusa conoscenza poiché le tematiche proprie dei servizi funebri e cimiteriali sono o ignorate, a volte anche rimosse, raramente approfondite, rimanendo spesso confinate nell ambito di chi vi operi. Per questo, appare importante l occasione per illustrarle, cogliendo così anche l occasione per opportune, quanto necessarie, precisazioni sul ruolo che nel settore giocano le aziende partecipate dalle Autonomie Locali, nonché delle stesse Autonomie Locali, in sostanza dei momenti di rappresentanza della popolazione sul territorio e delle forme di gestione con cui le istanze elettive di rappresentanza assicurano questi servizi sul territorio. FederUtility-SEFIT (Servizi Funerari pubblici Italiani) costituisce il settore che, all interno di FederUtility (aderente a ConfServizi), associa le aziende pubbliche, ed i comuni, operanti nei servizi funebri e cimiteriali. Il settore funerario comprende il complesso dei servizi funebri, cioè i servizi e le prestazioni che si rendono necessarie a seguito del decesso e fino alla sepoltura, ed i servizi cimiteriali, cioè le diverse tipologie di accoglimento nei cimiteri, nonché, laddove presenti e richieste, le attività di cremazione e, quindi, di destinazione delle ceneri. Nei servizi funerari sono presenti anche attività aventi carattere igienico-sanitario, decisamente parziali e limitate nel settore funebre, pressoché assenti (salvo situazioni accidentali) in quello cimiteriale. Ciò porta a constatare come, pur in presenza di impianti normativi del passato che, in tutt altro contesto, tendevano a fare ricorso a strumenti di regolazione tendenzialmente monotestuali, nella realtà prevalgono, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo, una serie di altri aspetti che coinvolgono discipline molto articolate, ma, anche, ed escludere che possano determinarsi competenze esclusive in un unico livello di governo, ma, al contrario, di più livelli. Probabilmente, l accento dovrebbe essere, in una visione moderna, posto sugli aspetti dei c.d. diritti di cittadinanza, cioè dei diritti civili e sociali. Non a caso, sono presenti tipologie di servizio che assumono il carattere della istituzionalità, non solo per alcuni caratteri di indifferibilità di taluni servizi, ma proprio al fine di garantire trattamenti e livelli di servizio tendenzialmente omogenei. I destinatari dei servizi del settore funerario. Una particolare, se non del tutto preliminare, attenzione va posta nei riguardi dei destinatari dei servizi inclusi nel settore funerario, che, per la particolarità del settore, non sono mai clienti, ma, a certe condizioni, utenti e, principalmente, cittadini. Oltretutto, specie per quanto riguarda i servizi funebri, i destinatari presentano la caratteristica di doversi avvalere (dato che né il momento, e spesso neppure il luogo, sono rimessi ad una scelta) di tali servizi, nel momento del lutto, cioè nel momento di maggiore fragilità emotiva, dove tendono comprensibilmente ad operare pulsioni motivate sugli affetti, rinviando criteri di scelta tipicamente commerciali (che richiederebbero parametri di scelta del fornitore meno esposti all atteggiamento affettivo) ad altre fasi. Constatandolo, si perviene a dover prendere atto dell a-simmetria tra le parti. Oltretutto, e ciò emerge, purtroppo, dalle cronache e dai mass-media, non sono assenti pratiche di acquisizione dei servizi non sempre corrette e, a volte, decisamente illecite (come le segnalazioni, le dazioni in denaro ed altro). i

3 Come si è evoluto il settore? Il settore, con particolare riferimento all ambito funebre (essendo i servizi cimiteriali rimasti quantitativamente immutati), si è avuta una crescita nel numero degli operatori, molto rilevante (sull ordine dell 86 %), a fronte di una sostanziale, a parte fluttuazioni fisiologiche, stabilità nella domanda di servizi, con la conseguente riduzione del numero medio (su base nazionale) di servizi annualmente assicurati dai singoli operatori. Ciò ha accentuato l asprezza nei rapporti reciproci tra concorrenti, costituendo, probabilmente, uno dei motivi di ampliamento delle modalità illecite di acquisizione dei servizi e incrementando i costi unitari dei servizi a carico dei fruitori. Un mercato, ammesso che si possa parlare di mercato, non assicura la riduzione dei prezzi e l elevamento della qualità delle prestazioni, solo in relazione al numero di operatori, ma anche se questi operatori si trovino nelle condizioni di operare, in termini d impresa, in condizioni di sufficiente remuneratività (inclusa la remuneratività dei fattori della produzione). In altre parole, si è in presenza di una forte polverizzazione nel settore, che incrementa non la qualità, quanto la loro aggressività sia nella fase di acquisizione dei servizi, sia nella determinazione dei prezzi. Oltretutto, la polverizzazione, oltretutto operante su bacini fortemente localistici, fa constatare anche come siano altamente presenti situazioni di carenza delle dotazioni e risorse minimamente necessarie per assicurare i servizi offerti, e, conseguentemente, il ricorso ad un ventaglio ampio di soluzioni non sempre legittime od estemporanee. Nel settore funebre, sia per la polverizzazione degli operatori, sia per la limitatezza del bacino di riferimento, sia per la discontinuità, anche temporale, dei servizi, non sempre sono presenti piani industriali che permettano un adeguata impostazione delle politiche aziendali, che non trovano riscontro in altri settori economici; tuttavia, sono presenti situazioni in cui i margini dei ricavi si collocano su livelli elevati, con conseguente onerosità a carico delle famiglie dei dolenti. La presenza delle aziende pubbliche. Nel contesto sopradescritto, le aziende pubbliche (sia che si tratti di gestioni in economia, attraverso aziende speciali o società partecipate) hanno una presenza sul territorio limitata, su base nazionale, ma risentono della loro natura che porta sia all osservanza delle regole, sia ad un attenzione verso la domanda, vista più come cittadino od utente che non come cliente. Spesso la presenza di aziende pubbliche (in tal caso escludendo le poche gestioni in economia) risponde a scelte delle Autonomie Locali motivate sull esigenza di far fronte a prestazioni di servizio, sottraendosi ai vincoli (es.: limitazioni nell acquisizione delle risorse di personale, rispetto del patto di stabilità interno) di una gestione diretta, pur richiedendo, nel contempo, un attenzione al servizio come un servizio sociale e una remuneratività. Ma le aziende pubbliche presentano anche la caratteristica dell approccio in termini di servizio, dove i fattori economici assumono una valenza strumentale alla prestazione del servizio, che deriva dal fatto di essere forme di gestione di servizi che rispondono a scelte degli organi elettivi di rappresentanza delle comunità locali. A volte, è anche vero che la scelta dell azienda pubblica risponde a logiche di alleggerimento da difficoltà proprie delle gestioni in economia diretta, ma questo atteggiamento di servizio costituisce una caratteristica, difficilmente smentibile, anche quando da ciò derivino, per l azienda, maggiori oneri. Proprio la loro natura di forma di gestione determina, altresì, anche un approccio all osservanza delle regole, sia in materia di rapporti con il personale, di misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, nella gestione amministrativa e tributaria, così come negli altri aspetti della conduzione aziendale. Ma non ostante queste componenti, che costituiscono innegabilmente fattori di costo non altrettanto, almeno uniformemente, presenti in altri operatori del settore, le aziende pubbliche assolvono ad una funzione non solo moralizzatrice (provando come i servizi funebri possano essere acquisiti anche senza ricorrere a male pratiche), ma altresì assicurando un controllo sui prezzi, dal momento che questi sono determinati anche dal concorso di decisioni degli organi di rappresentanza democratica locale (generalmente, restii ad incrementi tariffari), contenimento dei ii

4 prezzi che trova la propria cartina di tornasole nell animosità che si registra da parte di altri operatori, pur se questi siano nelle condizioni di sottrarsi a determinati fattori di costo. L acquisizione dei servizi funebri. E già stato ricordato come siano variamente presenti pratiche illecite nell acquisizione dei servizi funebri, in particolare nei luoghi, come negli ospedali, case di cura, case di riposto e simili, dove con maggiore frequenza di registrano decessi, a volte anche fino a partire dai singoli reparti, aspetto che porta ad affrontare con la dovuta attenzione le criticità di queste situazioni, nel convincimento che non sia sufficiente, al fine di prevenire queste male pratiche, il solo richiamo alla tenuta di comportamenti corretti, dovendosi valutare la possibilità di interventi strutturali che superino queste criticità. La debolezza, e scarsità, dell attività di controllo. L articolazione delle attività coinvolte nei servizi che, come già osservato, riguarda una ampia platea di aspetti, determina che sia abbastanza assente un attività di vigilanza e di controllo, non solo per la potenziale pluralità di soggetti e di competenze, ma anche per la constatazione della carenza di risorse, oltretutto crescente, in capo ai soggetti che avrebbero titolarità in questa azione. Per non dire, inoltre, come l ampio spettro di aspetti e materie coinvolte venga anche a porsi la domanda sul chi controlla che cosa e come. La cremazione. In Italia sono presenti circa 50 impianti di cremazione, seppure con una distribuzione territoriale non equilibrata. Non ostante questo, la pratica della cremazione registra costantemente trend di crescita, che risultano non influenzati dagli aspetti concernenti la sua onerosità. Andrebbero valutati, nella prospettiva, gli effetti che la crescita del ricorso alla pratica della cremazione potranno determinare sul sistema cimiteriale, al fine di porre in essere le misure idonee a rendere coerenti l uno e l altro, in modo da prevedere, per tempo, risposte maggiormente adeguate alle istanze della popolazione. Il settore dei cimiteri. Il sistema cimiteriale italiano, pur se ancora improntato sulla pratica funeraria dell inumazione (quanto meno normativamente), ha visto forti trasformazioni che hanno portato ad una prevalenza del ricorso alla pratica della tumulazione (avente sempre il carattere di sepoltura privata nei cimiteri), caratterizzato da una forte domanda di spazi (in termini di volumetrie) ma anche da durate maggiori, quando non a tempo indeterminato (fino a che è stato ammesso), frequentemente senza che vi siano stati effetti coerenti sul livello di onerosità (e quindi sulla componente delle entrate), con la conseguenza che numerosi oneri che, a rigore, non possono che spettare se non a quanti ne fruiscano, sono rimasti a carico dei bilanci delle Comunità locali, rendendo difficile la gestione dei cimiteri, in particolare quelli caratterizzati, per aspetti architettonici o artistici, da caratteri di monumentalità. In altri termini, le pratiche tariffarie largamente, per non dire generalmente, presenti sono tali da risultare inferiore ai valori economici che ne dovrebbero derivare secondo ordinari criteri di economicità influenzando negativamente le attività d investimento. Inoltre, il carattere dei cimiteri come impianti generalmente a durata non determinata, con il costante afflusso di nuove sepolture, porta ad una costante esigenza di risorse correnti che, quando non derivino da entrate tariffarie, non possono che derivare da altre fonti di finanziamento dei comuni a scapito di altri servizi sul territorio. In Italia sono presenti all incirca cimiteri, prevalentemente gestiti dai comuni nella forma dell economia diretta e, in pochi casi, affidati ad aziende speciali o a società di capitali a totale partecipazione pubblica, anche come conseguenza della natura di bene (e funzione) demaniale dei cimiteri. Gran parte dei cimiteri sono sorti nel corso del XIX secolo e molti presentano fattori di monumentalità, a volte anche significativa (al punto che all interno dell A.S.C.E. (Association of Significant Cemeteries in Europe) la partecipazione dei comuni italiani è fortemente rilevante e, per iii

5 inciso, tale partecipazione vede la presenza di importanti realtà che sono, anche, spesso aderenti a FederUtiliy-SEFIT. In alcune realtà sono presenti esperienze, frequentemente riconducibili alle legislazioni degli Stati pre-unitari, di presenza di cimiteri particolari, sia quali cimiteri parrocchiali, che di strutture associative un tempo definite di assistenza e beneficenza, oppure nelle forme delle gestioni da parte di associazioni di fedeli (a mente del Codice di diritto canonico), frequentemente (ma sono presenti anche altre denominazioni) denominate quali Confraternite, presenti in particolare nel Sud Italia, situazioni in cui possono essere presenti (a seconda del momento storico originario) sia le tipologie delle concessioni di aree cimiteriali ad enti, sia le tipologie della titolarità di determinate aree risalente ad epoca pre-unitaria. La prevalenza della tumulazione sull inumazione ha prodotto, nel tempo, il passaggio graduale dalla concezione del cimitero a rotazione verso quella del cimitero ad accumulo, che amplia la domanda, determinando criticità per la difficoltà di ampliamento di cimiteri, le cui fasce di rispetto, originariamente previste anche per garantire questa eventuale espansione, si sono progressivamente andate a ridurre, non senza considerare l impossibilità, facilmente intuibile, di impianto di nuovi cimiteri, in particolare (ma non solo) in contesti urbani ad alta densità abitativa. I problemi legati alla pratica diffusa della tumulazione sono aggravati dalla presenza di numerose concessioni cimiteriali a concessione regolate da un regime di perpetuità (la cui ammissibilità è venuta meno solo da poco più di 30 anni), cui si collegano fisiologicamente sia fenomeni di saturazione, sia di abbandono, anche per le trasformazioni nelle strutture familiari e la perdita dell interesse rispetto a defunti di cui i discendenti hanno perso la memoria. La scarsa sensibilità verso una valorizzazione realistica dei costi che i cimiteri devono sostenere, in termini di gestione ed investimenti, e quindi della scarsa attitudine a definire un sistema tariffario tale da permettere il raggiungimento dell'obiettivo senza gravare sul bilancio dei comuni è dimostrato dal dato di fatto che, fino al 2001, le sepolture ad inumazione erano gratuite per l'utenza, indipendentemente dalla situazione economica dei soggetti interessati, ed a carico del bilancio comunale. Si tratta di un atteggiamento generale che ha determinato, ad esempio, la definizione di tariffe di concessione che non tenevano, e neppure ancora oggi tengono, conto, spesso, degli oneri di manutenzione nel corso della concessione e degli oneri successivi alla scadenza della concessione medesima. Complessivamente, l effetto indotto da tale forma mentis è che, complessivamente, le tariffe mediamente praticate si collocano a livelli nettamente inferiori a quello che sarebbe il loro valore reale, se determinate con criteri economici. Le strutture per il commiato. Da qualche tempo è presente la spinta di alcuni operatori funebri di individuare momenti integrativi della loro remuneratività aziendale, in particolare nella fase temporale immediatamente successiva al decesso (cioè laddove è maggiore la propensione di spesa), proponendo l introduzione di istituti già presenti in altri contesti culturali (ma dove, in genere, la figura stessa dell operatore funebre ha tutt altra qualificazione e strutturazione), come le strutture del commiato (variamente denominate). Il pretesto è, spesso, quello di dare una risposta alle disfunzioni di altri soggetti, anche se esse determinano in capo a chi ne abbia la disponibilità una maggiore presenza sul mercato di riferimento. Tra l altro va segnalato come queste strutture rivelino il sottofondo di una sorta di individualizzazione della morte, che tende a superare il vissuto sociale della morte e del lutto: ma una società che perda il senso sociale della morte, la centralità della dignità dell uomo e della famiglia, per ridurre la morte a fatto privato, individualistico perde i valori per cui essa società esiste. Rispetto a queste ipotesi risulta importante cogliere in quali relazioni vengano a porsi rispetto alle attività funebri e definire le funzioni cui possano assolvere, ancora non pienamente definite, anche per quanto riguarda il grado di prestazioni sanitarie cui possano essere interessate, nonché tenendo conto che se le funzioni attengano (o, attengano anche) ai c.d. riti per il commiato, non potrebbe sottovalutarsi come esse, almeno nella realtà italiana, verrebbero a trovarsi quali possibili alternative a luoghi in cui tradizionalmente avvengono proprio i riti del commiato, cioè i luoghi di culto, quali essi siano. Conclusioni e proposte. iv

6 Data la situazione del settore funerario in Italia appare opportuno che i diversi livelli di governo, ciascuno per le proprie competenze, senza sconfinamenti né inerzie, valutino le misure da adottare, ponendo al centro il servizio e i suoi destinatari, in particolare per la loro particolare posizione essendo in gioco il rispetto del lutto e la dignità delle persone, nel momento maggiormente carico di dolore e significanze. Per fare questo, ad avviso di FederUtility-SEFIT, occorre: = Intervenire sulle condizioni di operatività sul mercato, assicurando la piena (e, altresì, parità) di concorrenza in termini maturi, individuando requisiti tecnico-organizzativi adeguati, ma anche rispondenti alle diverse realtà territoriali. = Affrontare, anche in attuazione della normativa dell Unione europea, la materia fiscale e tributaria, in modo da consentire una normale regolazione, al pari di altre aziende, che favorisca anche la trasparenza e la conoscibilità dei fattori operativi. = Ricercare soluzioni che, concretamente, consentano di contrastare (o, almeno, ridurre) le male pratiche nell acquisizione dei servizi funebri, eventualmente valutando, in termini di razionalità delle scelte, anche le modalità di assicurazione di prestazioni e servizi indifferibili. = Individuare quadri di riferimento e linee di indirizzo che consentano, fermo restando il rispetto e la valorizzazione di tutti i livelli di governo co-interessati, di assicurare omogeneità nei livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali all interno di un sistema coerente e non contraddittorio. = Valorizzare il ruolo, per altro storicamente svolto, delle Autonomie Locali negli ambiti necroscopici, funebri e cimiteriale, all interno di un ordinato e coerente rapporto di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo. = Non sottovalutare come i servizi del settore funerario non sono del tutto assimilabili a servizi cui normalmente si fa riferimento quando si parla di servizi pubblici in ambito locale a rilevanza economica, ben presente che i servizi del settore funerario non sono del tutto assimilabili a servizi cui normalmente si fa riferimento quando si parla di servizi pubblici in ambito locale a rilevanza economica essendo questi ultimi caratterizzati da un contenuto industriale e non sociale, ben presente che i servizi del settore funerario non sono del tutto assimilabili a servizi cui normalmente si fa riferimento quando si parla di servizi pubblici in ambito locale a rilevanza economica essendo questi ultimi caratterizzati da un contenuto industriale e non sociale essendo questi ultimi caratterizzati da un contenuto industriale e non sociale. v

7 sefit PRESENTAZIONE DI FEDERUTILITY SEFIT PERCHÉ IL LIBRO BIANCO L ARTICOLAZIONE DEL SETTORE FUNERARIO UNA RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA L AMBITO C.D. NECROSCOPICO IL NODO DEI SERVIZI NECROSCOPICI DELLE STRUTTURE SANITARIE ED ASSIMILATE (COME CAPACITÀ DEI GESTORI DI INFLUENZARE LA DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI FUNEBRI FRA GLI OPERATORI LOCALI DEL SETTORE FUNEBRE ) LA SCARSA OD INSUFFICIENTE EFFICACIA DELL ATTIVITÀ DI CONTROLLO LE DEBOLEZZE DEI COMUNI IL SETTORE FUNEBRE LA DIMENSIONE DEL MERCATO LE CARATTERISTICHE DEL MERCATO (COME DIFFICILMENTE QUALIFICABILE MERCATO ) LE PECULIARITÀ LE AZIENDE PUBBLICHE LA NORMA EN 15017: IL SETTORE CREMAZIONE IL SETTORE CIMITERI LE STRUTTURE PER IL COMMIATO LA COLLOCAZIONE NEL SISTEMA I RISCHI DI AMPLIFICAZIONE DELLE DISTORSIONI IN ASSENZA DI UNA REGOLAZIONE DEL SETTORE FUNEBRE LA DIFFICOLTÀ DI ASSIMILARE IL SETTORE FUNEBRE AD UN ATTIVITÀ COMMERCIALE IN SENSO STRETTO: IL SIGNIFICATO DELLA PRESENZA PUBBLICA IL SIGNIFICATO DELLA PRESENZA PUBBLICA ALCUNE PROPOSTE COME CONCLUSIONI I POSSIBILI REQUISITI PER L ESERCIZIO DELL ATTIVITÀ FUNEBRE LA DIFFERENTE REGOLAZIONE DELLA MATERIA FISCALE E TRIBUTARIA UN SOGGETTO PER LA GESTIONE DEI SERVIZI NECROSCOPICI DELLE STRUTTURE SANITARIE ED ASSIMILATE E DEI SERVIZI AD ALTA CRITICITÀ LA COERENZA E NON IRRAZIONALITÀ DELLE NORME REGIONALI

8 sefit Presentazione di FederUtility SEFIT. FederUtility-SEFIT (Servizi Funerari pubblici Italiani) costituisce il settore che, all interno di FederUtility (aderente a ConfServizi), associa le aziende pubbliche, ed i comuni, operanti nei servizi funebri e cimiteriali. FederUtility-SEFIT è parte di organismi internazionali, quali la E.F.F.S. (European Federation of Funeral Services) e la I.C.F. (International Cremation Federation), partecipazione che la vede presente negli organi di tali organismi internazionali. 1.- Perché il libro bianco. Il Libro Bianco vuole apportare conoscenza sulle tematiche proprie dei servizi funerari, spesso non abbastanza approfondite, quando non ignorate o rimosse, con precisazioni sul ruolo che svolgono nel settore le aziende partecipate dalle Autonomie Locali, nonché le stesse Autonomie Locali. Il Libro bianco, predisposto in attuazione delle decisioni assunte dalla Commissione Funeraria FederUtility SEFIT, svoltasi a Roma il 26 giugno 2008, ha quale scopo: A) approfondire gli elementi di conoscenza sul settore funerario in Italia, nella convinzione di come esso sia poco noto, con generale scarsa attenzione anche da parte dei massmedia, salvo quando non si registrino episodi di cronaca, soprattutto se di segno negativo; B) sensibilizzare le Istituzioni sulle problematiche di un settore spesso ritenuto residuale; C) definire i criteri per una regolazione del settore, prendendo spunto anche dalle segnalazioni formulate in materia dall Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato; D) presentare il punto di vista pubblico, cioè delle aziende (aziende speciali, società di capitali) di proprietà, in tutto od in parte, degli Enti Locali, al fine di pervenire ad una reale tutela dei dolenti (i consumatori del settore) e porre obiettivi di interesse generale come: assicurare livelli crescenti di qualità reale; garantire prezzi trasparenti e coerenti con le tipologie di servizi scelti, tenuto conto della peculiarità del momento (lutto) in cui le famiglie necessitano di tali servizi; garantire servizi in condizioni di parità di trattamento tra i diversi soggetti coinvolti, nonostante le a-simmetrie che caratterizzano il settore. Nel percorso di approfondimento della conoscenza del settore funerario, costituisce elemento rilevante la corretta definizione delle terminologie e degli ambiti di operatività dei diversi segmenti del settore, che sono di seguito delineati. 3

9 sefit Servizi necroscopici Complesso delle attività amministrative ed igienico-sanitarie mirate all osservazione di eventuali manifestazioni di vita nelle 24 ore successive al decesso, svolte in locali dedicati (depositi di osservazione, comunemente definiti camere mortuarie ) per le salme provenienti da padiglioni ospedalieri o altre strutture assimilate (funzioni sanitarie) o da abitazioni inidonee o decessi in pubblica via (funzioni comunali). I Comuni devono garantire locali refrigerati (obitori) per la conservazione delle salme soggette ad accertamenti dell Autorità Giudiziaria. Trattasi di servizi pubblici obbligatori. Servizi funebri Complesso delle attività amministrative (escluso l esercizio di pubbliche funzioni, quali attività autorizzatorie, di regolazione, di vigilanza) e delle prestazioni di servizi e forniture di beni necessarie, in occasione del decesso di una persona, per i riti di commiato/onoranza del defunto ed il trasporto dello stesso dal luogo di osservazione (c.d. camere mortuarie o abitazioni) al cimitero in cui avverrà la sepoltura, passando generalmente attraverso un luogo di culto. Alcune Regioni hanno, recentemente, introdotto nella propria legislazione le strutture per il commiato (molto diffuse negli altri Paesi europei); si tratta di luoghi dove possono essere svolte le funzioni di osservazione ed i riti di commiato dal defunto, offrendo condizioni di maggiore ritualità e comfort rispetto ai depositi di osservazione pubblici gratuiti. Trattasi di attività economiche a pagamento, rientranti nell ambito della concorrenza e del mercato la cui regolazione é di competenza esclusiva dello Stato. Servizi cimiteriali Complesso delle attività di gestione dei cimiteri, beni immobiliari che il Codice Civile attribuisce al demanio dei Comuni non solo in virtù della funzione di luoghi di sepoltura, ma soprattutto perché luoghi di conservazione della memoria delle comunità locali. All interno dei cimiteri sono, di norma, collocati gli impianti di cremazione. Trattasi di servizi pubblici obbligatori a pagamento, salvo i casi di indigenza, appartenenza a famiglia bisognosa o di disinteresse dei familiari, nel qual caso i servizi cimiteriali diventano gratuiti. 4

10 sefit 2.- L articolazione del settore funerario Una rappresentazione schematica. La conoscenza del settore funerario può essere facilitata dalla rappresentazione delle sue componenti in forma schematica. Lo schema che segue rappresenta in modo sintetico le diverse aree di attività del settore funerario, brevemente descritte al punto 1. Errore. SETTORE FUNERARIO UTENTI (famiglie dolenti) Attività Necroscopiche - recupero salme dalla pubblica via; - depositi di osservazione salme comunali ed ospedalieri (c.d. camere mortuarie ); - obitori comunali. Strutture per il commiato Attività Funebri - disbrigo pratiche amministrative per conto delle famiglie; - trasporti funebri; - vendita beni funebri (cofani e accessori, fiori, manifesti, necrologie) e servizi diversi (camere ardenti, consulenza cimiteriale, ecc.); - previdenza funeraria. Attività Cimiteriali - concessioni - autorizzazioni - inumazioni - esumazioni - tumulazioni - cremazioni - dispersione ceneri - affido ceneri FederUtility-SEFIT rappresenta Comuni e Aziende di proprietà di Enti Locali che presidiano, sebbene con livelli di presenza differenziati, tutte le attività afferenti al settore funerario. 5

11 sefit 3.- L ambito c.d. necroscopico. Le strutture sanitarie (ed assimilate) ed i Comuni sono soggetti a precisi obblighi normativi in materia di servizi necroscopici (osservazione, obitori, recuperi sulla pubblica via), ma va anche detto come questi non sempre siano adeguati alle necessità, spesso neppure ai requisiti minimi, cui dovrebbero normativamente rispondere. Per le strutture di competenza comunale non può sottovalutarsi come spesso, nei Comuni minori, le situazioni che comportano la necessità di fruire di tali impianti siano in numero ridotto rispetto ai costi dei servizi, da prestarsi 24h/giorno per 365 giorni/anno. La legislazione nazionale consente, da sempre, la gestione dei servizi necroscopici da parte di operatori del settore funebre ; negli ultimissimi anni alcune Regioni (prime fra tutte Lombardia ed Emilia-Romagna) hanno introdotto netti divieti in tal senso, con l obiettivo (dichiarato, ma non ancora raggiunto) di migliorare la moralità del settore. I servizi necroscopici in questione sono costituiti dalla gestione di: A. depositi ospedalieri di osservazione (c.d. camere mortuarie ), che costituiscono i luoghi dove sostano le salme dei deceduti nei reparti della struttura ospedaliera titolare, al fine di consentire l osservazione prescritta dalla normativa nazionale, per un periodo di almeno 24 ore, volta ad accertare che non si verifichino manifestazioni di vita; B. depositi di osservazione comunali, che costituiscono i luoghi dove sostano le salme di deceduti in abitazioni inidonee (per ragioni relative alle caratteristiche dell edificio o del nucleo familiare), di deceduti sulla pubblica via (quando non vi sia un interesse dell Autorità Giudiziaria) o in strutture sanitarie e/o di cura che non dispongono di un proprio deposito. Anche in questo caso il servizio è finalizzato a consentire l osservazione della salma, prescritta dalla normativa nazionale per un periodo di almeno 24 ore, al fine di accertare che non si verifichino manifestazioni di vita; C. obitori comunali, che costituiscono i luoghi dove sostano le salme oggetto di verifiche da parte dell Autorità Giudiziaria o in attesa di riconoscimento, e sono caratterizzati dalla presenza di celle frigorifere. Si tratta di servizi che Comuni ed Aziende Sanitarie devono rendere obbligatoriamente e gratuitamente alla cittadinanza, caratterizzati da costi generalmente elevati in funzione della durata del servizio (365 giorni/anno, 24 ore/giorno), dei lunghi tempi di attesa del personale, della professionalità richiesta al personale (che, di norma, interviene dal ritiro della salma fino alla partenza del servizio funebre), delle attrezzature, anche costose, necessarie. Da questi luoghi parte la grande maggioranza dei servizi funebri dell ambito territoriale di riferimento. 6

12 sefit Il nodo dei servizi necroscopici delle strutture sanitarie ed assimilate (come capacità dei gestori di influenzare la distribuzione dei servizi funebri fra gli operatori locali del settore funebre ). La gestione dei servizi necroscopici delle strutture sanitarie ed assimilate, frequentemente oggetto di esternalizzazione, rappresenta una posizione dominante molto appetibile per gli operatori funebri, attraverso cui è possibile incrementare l acquisizione dei servizi, consentendo di intercettare la domanda in termini decisamente tempestivi: questo spiega perché vi siano affidamenti della gestione di questi servizi senza corrispettivo, o con pagamento di corrispettivo da parte del soggetto gestore. Per un operatore funebre si tratta certamente di posizioni dominanti molto appetibili, per ottenere la gestione delle quali si è sempre registrata una grande disponibilità a pagare corrispettivi o offerte (più o meno regolari) di gestione gratuita dei servizi (e, in casi estremi, anche di corrispettivo per la prestazione dei servizi). Spesso i soggetti pubblici titolari di tali servizi obbligatori, le cui disponibilità finanziarie sono in continuo decremento, non sono rimasti sordi a tali offerte ed hanno affidato le gestioni a terzi accettando il corrispettivo, riservandosi (formalmente) di controllare che l operatore funebre affidatario non abusasse della posizione dominante acquisita e risolvendo, in tale modo, qualche problema dei propri bilanci! Occorre non dimenticare che, per la legge italiana, l utilizzo di una posizione dominante non rappresenta un reato: gli estremi di reato si configurano, infatti, solo in caso di abuso della stessa. È chiaro ed evidente come la disponibilità di una consimile posizione dominante consenta più facilmente l accesso alla domanda di servizi funebri, ponendo una questione morale nei casi di abuso; tale abuso è facilitato anche dal fatto che i soggetti pubblici titolari del servizio non sono stati in grado di controllare e censurare, o hanno preferito non controllare e non censurare, o, anche, non disponevano, né dispongono di strumenti per farlo effettivamente. Nella primavera 2007 la questione della separazione netta fra le due attività è stata posta al legislatore, non senza enfasi, anche dall Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato (Cfr.: segnalazione AS 392 del 23 maggio 2007). Non si tratta, però, di una soluzione facile da trovarsi, e questo per una serie di ragioni: i soggetti pubblici titolari dei servizi obbligatori in questione, normalmente, non dispongono delle consistenti risorse finanziarie necessarie per gestirli con la qualità e le caratteristiche adeguate; ricercare soluzioni a basso costo, significherà introdurre in tali luoghi operatori (diversi dagli operatori funebri) non adeguatamente remunerati, che (direttamente o indirettamente, attraverso i loro dipendenti o associati di vario genere) ricercheranno (o potrebbero essere tentati di ricercare) la remunerazione mancante attraverso la vendita dei servizi funebri, che si originano nei siti loro affidati in gestione, all operatore funebre miglior offerente (c.d. segnalazioni ); soluzioni a costi adeguati non daranno alcuna garanzia circa la resistenza da parte dei nuovi operatori (diversi dagli operatori funebri) alle tentazioni che continueranno ad essere poste in essere da operatori funebri che, comunque, vorranno proporsi come il miglior offerente in sede locale ; 7

13 sefit non potrà esistere alcuna certezza che i nuovi operatori siano effettivamente non collegati ad operatori funebri: mentre eventuali condizioni di controllo societario sono facilmente certificabili ed opponibili attraverso la consultazione degli Albi delle imprese delle Camere di Commercio, rimangono totalmente nebulose e, praticamente, imperseguibili tutte le condizioni di controllo di fatto (ci si riferisce alle imprese aventi a capo teste di legno, alle imprese matrioska ed a tutte le altre situazioni consimili); la gestione di tali siti da parte di operatori funebri (corretti o costretti ad essere tali) consente la realizzazione di sinergie economiche non realizzabili per altri soggetti economici, perché sono i soli che, se ben organizzati, possono garantire l offerta dei servizi nei tempi richiesti dalla normativa e, nel contempo, abbattere i costi creando sinergie positive nell utilizzo dei tempi di attesa del personale specializzato tipico del settore (il necroforo), che è in grado di eseguire sia servizi necroscopici, sia servizi funebri. Tale risultato, finora, è stato conseguito, senza abuso della posizione dominante, solo da aziende pubbliche operanti nel settore funebre; adeguate contabilità separate e controllo di gestione, hanno consentito di garantire trasparenza dei costi a carico dei bilanci degli Enti titolari dei servizi necroscopici obbligatori. Ancora una volta il perno della partita è costituito dalla capacità/volontà di controllo dei soggetti pubblici titolari dei servizi, che devono, però, anche essere messi in condizione di disporre delle risorse necessarie per svolgere questo tipo di attività, certamente onerosa, ma indispensabile La scarsa od insufficiente efficacia dell attività di controllo. Poiché la gestione dei servizi necroscopici delle strutture sanitarie o ad esse assimilabili costituisce un fattore di costo, una volta che sia intervenuto un affidamento nella loro gestione, mancano, spesso anche per difficoltà di porle in essere, attività di controllo sugli effettivi comportamenti tenuti dai soggetti divenuti gestori. I soggetti titolari dei servizi necroscopici delle strutture sanitarie ed assimilate si trovano sempre più spesso a dover operare in termini di ristrettezze economiche e di carenze di personale (non sempre adeguatamente preparato professionalmente), condizioni che determinano un incremento della propensione all esternalizzazione di servizi istituzionali; nello stesso tempo tali soggetti sono sprovvisti di strumenti d intervento, vigilanza e controllo sulle prestazioni e sui comportamenti effettivamente posti in essere dai soggetti cui abbiano affidato l esercizio dei propri servizi. Non va neppure sottovalutato come, proprio per le ragioni di contenimento economico che portano all esternalizzazione, non siano, in genere, agevolmente reperibili soggetti interessati a tali servizi se non ricorrendo: ad imprese di pulizia che sembrerebbero la panacea, ma che non garantiscono, si ribadisce, il superamento delle pratiche illecite (che fine farebbe il personale specializzato che deve vestire ed osservare le salme? A chi verrebbero affidati tali compiti?); ad operatori funebri, per i quali la componente costo cede di fronte al potenziale utilizzo dell attività di gestione dei servizi necroscopici quale canale di intercettazione 8

14 sefit ed acquisizione di servizi, contando, spesso, sul fatto che la carenza nei controlli consenta l abuso della posizione dominante in ambito locale (operatori pubblici esclusi, ovviamente). Un aiuto potrebbe venire dagli organi preposti al controllo sul rispetto delle norme tributarie, ma anche se l Agenzia delle entrate ha definito una Metodologia di controllo, giunta alla III edizione ( sui servizi di pompe funebri, l attività di verifica e controllo non è particolarmente diffusa, in relazione alla pluralità di compiti e funzioni degli organi che vi sono preposti Le debolezze dei Comuni. I Comuni incontrano grosse difficoltà a porre in essere attività di vigilanza e di controllo a causa dell ampiezza delle loro competenze, della frammentazione organizzativa di tali competenze, della separazione tra attività di autorizzazione ed attività di vigilanza sull osservanza delle disposizioni, ma anche per il fatto che vi sono componenti del servizio che non attengono totalmente a funzioni comunali. I Comuni non costituiscono entità omogenee ed indifferenziate, in quanto le loro dimensioni (oltre i 4/5 hanno popolazione inferiore ai abitanti e circa i 3/5 inferiore ai abitanti), rappresentano un elemento che ne influenza pesantemente gli assetti e la struttura, ponendoli spesso in difficoltà oggettiva per l esercizio di attività di vigilanza e di controllo. Tale difficoltà è ulteriormente influenzata dalle articolazioni organizzative interne, poiché di solito, i soggetti organici dei Comuni che assolvono a determinate fasi operative, hanno ruoli e competenze distinte da quelli titolari del controllo dell osservanza delle disposizioni, cui si aggiunge, a volte, la difficoltà ad interagire fra Amministrazioni pubbliche diverse. Non si tratta unicamente di aspetti concernenti gli assetti organizzativi, ma altresì di un contesto in cui sono assenti disposizioni che legittimino, od impongano, rapporti incrociati tra i vari soggetti interessati alle diverse fasi di attività: quando ciò avviene, si tratta spesso di diligenze del tutto personali di singoli. Un esemplificazione può chiarire meglio il concetto: l esercizio dell attività funebre comprende, unitamente ad altre, l attività di trasporto funebre, per cui l operatore funebre dovrebbe avere la disponibilità di (almeno) un autofunebre, da cui discenderebbe l ulteriore disponibilità di una rimessa rispondente ai requisiti (ed alle autorizzazioni) prescritte dall art. 21 D.P.R. 10 settembre 1990, n in tale contesto normativo, le rimesse devono: o essere allocate in località individuate con provvedimento comunale, nel rispetto delle norme dei regolamenti comunali; o essere provviste delle attrezzature e mezzi per la pulizia e la disinfezione delle autofunebri; o avere ottenuto l accertamento dell idoneità da parte della ASL; o rispondere alle prescrizioni previste in materia di pubblica sicurezza ed a quelle stabilite dalla normativa anticendi. 9

15 sefit Si tratta di requisiti il cui accertamento e sussistenza competono ad una pluralità di soggetti, anche distinti, ed estranei, alle funzioni comunali. Anche nell ipotesi in cui tutte queste condizioni fossero oggetto di accertamento e verifica da parte dello Sportello unico per le attività produttive, il fatto che i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni prescritte non siano in grado (salvo produrre allungamento temporale dei procedimenti, non compatibile con le necessità di rilascio delle autorizzazioni) di acquisire (o disporre) degli elementi utili alla conoscenza del fatto che un determinato operatore funebre disponga dei titoli per svolgere tali attività, fa si di fatto che si abbiano situazioni in cui tali attività sono assolte da soggetti non sempre del tutto titolari delle stesse, per le difficoltà di una loro verifica, cui spesso si abdica sotto il mantello dell autocertificazione (casi nei quali l effettiva sussistenza dei requisiti è raramente accertabile (anche per la necessità di addetti professionalmente preparati e adeguate risorse a ciò destinate) e, conseguentemente, agevolmente eludibile per cui diviene, di fatto, un canale di deregulation, finendo per alimentare presupposti d impunità. Le anzidette difficoltà di esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo, e, conseguentemente, di accertamento delle infrazioni eventualmente poste in essere, si possono accentuare come effetto di situazioni comportamentali che riescono a trovare collegamenti di prossimità con organi elettivi o, più spesso, in relazione ai caratteri di indifferibilità di determinate prestazioni, come avviene nei casi di recuperi di salme accidentate, laddove spesso le stesse autorità che richiedono l intervento di un operatore funebre non sono, in quei momenti, nelle condizioni per effettuare alcuna verifica sulla sussistenza delle condizioni e requisiti per svolgere tale attività. Non va, infine, trascurato il fatto che alcune delle condizioni e requisiti per svolgere tale attività attengono a funzioni proprie di altre Amministrazioni, rispetto a cui l attività di vigilanza e di controllo spettanti ai Comuni sono carenti di ogni legittimazione, come gli aspetti che riguardano, a titolo di esempio, la regolarità dei rapporti con il personale utilizzato, l osservanza delle norme fiscali e tributarie, l osservanza delle prescrizioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e delle attrezzature e molto altro. Tutte queste situazioni motivano, ma non giustificano, la presenza di larghe aree grigie che sfuggono, a verifiche e controlli, fatto salvo il caso delle aziende pubbliche, le quali non sono oggettivamente nelle condizioni di praticare il non rispetto delle diverse normative, subendo così maggiori costi di esercizio rispetto a soggetti i cui vincoli operativi sono meno rigidi e meno carichi di adempimenti, anche formali. 10

16 sefit 4.- Il settore funebre La dimensione del mercato. La crescita del numero di operatori ha, di fatto, ridotto il numero di servizi/anno per operatore, inducendo una crescente aggressività nell acquisizione dei servizi ed accentuando modalità non regolari di prestazione degli stessi. Tutto ciò rispetto a bacini territoriali di riferimento contenuti, principalmente su base comunale. Negli ultimi dieci anni, l offerta del settore funebre italiano si è sempre più caratterizzata per la presenza di un numero troppo elevato di operatori. Il numero delle imprese funebri sul mercato (ammesso, appunto, che di mercato possa parlarsi), stimato dieci anni fa in circa n operatori economici, è attualmente divenuto pari a n ( 1 ), con un incremento, quindi, nell ordine dell 86% e conseguente forte diminuzione del numero medio annuo di servizi per impresa. Sul fronte della domanda, si è registrata, invece, una sostanziale stabilità: i servizi funebri su base nazionale sono, infatti, rimasti nell ordine di n unità/anno ( 2 ), il che significa una media nazionale attuale di n. 85 servizi/anno (n. 1,63 servizi/settimana, n. 0,27 servizi/giorno) per operatore, a fronte dei n. 157 servizi/anno (n. 3,02 servizi/settimana, n. 0,50 servizi/giorno) del decennio precedente. Per una migliore analisi, in Allegato 1, si forniscono alcuni dati statistici relativi al settore funerario italiano. La polverizzazione degli operatori del settore funebre, che emerge dai dati forniti, costituisce indicatore di dimensioni aziendali sempre più limitate dal punto di vista della dotazione di risorse economiche, finanziarie, strumentali, umane. Una crescita così rilevante del numero degli attori dell offerta rispetto a una domanda così stabile, può trovare, forse, giustificazione solo in un incremento dell incidenza degli operatori ai margini della legalità, che riescono a remunerare i fattori produttivi impiegati (in troppi casi solo il loro tempo e un cellulare, che richiedono investimenti di lieve consistenza economica) mediante le pratiche dell elusione e dell evasione fiscale, totali o parziali. 1 Gli Studi di settore (UG 55U) elaborati dall Agenzia delle entrate, marzo 2008 ( rilevano n soggetti, di cui il 49,3 % rappresentati da persone fisiche: in tale ambito sono considerati di grande dimensione gli operatori che realizzano almeno 610 servizi/anno. La differenza numerica si giustifica per il fatto che, proprio in ragione della polverizzazione del settore, vi è una certa presenza di operatori che svolgono tale attività in modo non prevalente, affiancandola ad altre attività economiche quali lavorazione del legno, vendita di fiori, attività lapidee od altre, a volte anche molto estranee allo specifico settore. 2 Fonte: ISTAT, Calcolo della popolazione relativo all anno 2007 ( 11

17 sefit Escludendo dal totale il numero, veramente esiguo e quasi percentualmente irrilevante, di operatori economici del settore che forniscono singolarmente alcune migliaia di servizi funebri/anno (all interno del quale ricadono le aziende pubbliche), si può stimare che per le aziende rimanenti, l attuale media nazionale scenda a n. 75 servizi/anno (n. 1,44 servizi/settimana, n. 0,24 servizi/giorno) per operatore. In un mercato normale o maturo, l'incremento della concorrenza produce, generalmente, effetti positivi per la clientela. Nell'anomalo mercato funebre, invece, è avvenuto quanto segue: la crescita di aggressività tra gli operatori funebri ha alimentato le modalità illecite di acquisizione dei servizi, ottenuti troppo spesso attraverso dazioni per segnalazioni di decessi, chiari segnali di un esasperata ed alterata situazione di concorrenza, i cui oneri, inevitabilmente, si riflettono in incrementi nei prezzi finali dei servizi; l'incremento del numero di imprese insufficientemente strutturate, che frequentemente eludono le normative (lavoro, previdenza, sicurezza, fisco), mancano di trasparenza e sono indotte, a volte per sopravvivere, ad entrare in mercati paralleli, come il mercato dei marmi, de-professionalizzandosi e inasprendo, contemporaneamente, le condizioni di concorrenza anche in questo ambito, già di per sé poco strutturato; la crescita, soprattutto nei Comuni più grandi, dei c.d. centri di servizio, che si occupano della materiale effettuazione del servizio funebre su richiesta di operatori funebri che, in tale modo, sono, o sono divenuti di fatto, solo procacciatori d affari, con il risultato che le sinergie indotte dall integrazione sono, rispetto al prezzo finale, annullate, se non superate, dai costi del procacciamento; il blocco degli sforzi imprenditoriali di aggregazione, potenziale elemento di crescita di concorrenza sana, di miglioramento della qualità del servizio, di diminuzione dei costi all'utenza, di diminuzione della evasione fiscale (facilitata dall'esenzione dell'iva per le prestazioni funebri, vigente in Italia); la scarsa trasparenza della produzione del costo finale del servizio funebre. In sostanza, la polverizzazione delle imprese si è tradotta, in questo mercato caratterizzato dalla asimmetria di posizione sopra indicata, in uno svantaggio per il cliente, in quanto ha incrementato la virulenza della concorrenza e delle sue conseguenze negative (accaparramento, minore strutturazione degli operatori funebri e qualità del servizio, evasione fiscale), senza produrre diminuzione di costi finali per la clientela, anzi aumentandoli al fine di coprire la minore redditività annua delle imprese, costrette a operare effettuando un numero di servizi/anno mediamente decrescente. La progressiva implementazione della polverizzazione, per la quale non vi sono segnali che possa attenuarsi, è consentita anche dall assenza di criteri idonei a stabilire i requisiti tecnicoorganizzativi minimi per il normale esercizio di tale attività, salvo che in alcune regioni. Va considerato, infine, che i diversi operatori economici, siano essi privati o pubblici, operano prevalentemente (circa per il 70 %) nell ambito del singolo Comune sede dell azienda, mentre per la parte rimanente si tratta di servizi che interessano soprattutto l ambito territoriale dei Comuni contermini, anche in conseguenza del fatto che la parte più rilevante dei decessi avviene in ospedali e luoghi di cura generalmente allocati nelle città maggiori. Gli ambiti di riferimento degli operatori del settore funebre sono quindi, di norma, costituiti da ridotte porzioni di territorio che rappresentano sottoinsiemi delle province e sono, conseguentemente, molto lontani dagli ordini di grandezza cui si riferisce la normativa europea sulla libera concorrenza, emanata con lo scopo principe di non alterare il libero scambio fra gli 12

18 sefit Stati membri (cfr. Tribunale di Genova, Sez. VI civile, sent. n. 2924/07 del 22 giugno 2007), non essendovi neppure le dimensioni di un mercato nazionale. Per il settore funebre si registra, pertanto, non solo la mancanza di un mercato europeo, ma addirittura l assenza di un mercato nazionale, situazione che rende estremamente astratto ogni riferimento a valori medi su base nazionale, vista la netta prevalenza di ambiti di operatività fortemente localistici Le caratteristiche del mercato (come difficilmente qualificabile mercato ). La domanda nel settore funebre sorge solo in situazioni molto particolari (lutto), in cui sono presenti condizioni psicologiche di debolezza, con componenti emozionali che non favoriscono, od inibiscono, la capacità di comparazione tra le offerte e le scelte di carattere economico. Il libero mercato è costituito da un ambito in cui domanda ed offerta si incontrano e si influenzano reciprocamente, fino a trovare un punto di equilibrio in termini di qualità e prezzo del prodotto o del servizio oggetto del mercato. Questo non è il caso del settore funebre, dove l entità della domanda costituisce una variabile non influenzabile quantitativamente dall offerta; la competizione avviene, quindi, fra i diversi attori dell offerta (operatori funebri), ciascuno dei quali ambisce ad accaparrarsi (cioè, acquisire prima dei concorrenti senza un sano confronto in termini di qualità e prezzo) una quota il più ampia possibile di una domanda di per sé non elastica, non esitando, in troppi casi, a proporsi in modo aggressivo presso i luoghi di osservazione dei defunti o, peggio, a farsi proporre in modo non corretto da operatori dell ambito ospedaliero, non sempre disinteressati, come spesso emerge dalla cronaca e dagli atti giudiziari. In realtà, gli attori della domanda (famiglie dolenti ) sono difficilmente in grado di fare comparazioni attendibili in termini di qualità e prezzo, questo a causa di: condizioni di disagio psicologico con cui si presentano, di norma, sul mercato; scarsa conoscenza dei singoli elementi del servizio, la cui prestazione costituisce, di solito, un evento eccezionale; scarsa trasparenza di gran parte degli operatori funebri che (se si escludono gli operatori pubblici e le imprese private strutturate) propongono, generalmente, pacchetti chiusi, le cui componenti non sono riscontrabili in prezziari e/o cataloghi analitici, ed il cui prezzo è, spesso, solo funzione del tasso di disagio psicologico del cliente, rilevato dall attore dell offerta. Ciò significa che gli attori della domanda sono estremamente e facilmente aggredibili da attori dell offerta non corretti, elemento che porta a rilevare come l accaparramento scorretto dei servizi funebri costituisca un fatto quasi endemico del settore funebre, contrastabile solo imponendo, al suo interno, attori dell offerta strutturati in modo sufficiente da rendere estremamente improbabile la pratica dell elusione delle normative (lavoro, fisco, sicurezza), che costituisce la vera fonte di finanziamento dell accaparramento illecito. Certamente tutte le aziende pubbliche del settore, cui sono inibite, per la loro natura, le pratiche dell elusione, rispondono ai requisiti necessari per rientrare nell ambito degli attori dell offerta strutturati. 13

19 sefit Le peculiarità. Nel settore funebre la polverizzazione degli operatori, la limitatezza dei bacini di riferimento, la discontinuità, anche temporale, dei servizi, comportano una bassa presenza di piani industriali che permettano un adeguata impostazione delle politiche aziendali, condizione che non trova riscontro in altri settori economici; tuttavia, sono presenti situazioni in cui i margini dei ricavi si collocano su livelli elevati, con conseguente onerosità a carico delle famiglie dei dolenti. Se si considera che: il costo complessivo/anno (retribuzione lorda, più oneri previdenziali, assicurativi e fiscali) di un autista-necroforo (che costituisce la figura professionale tipica del settore) è valutabile in circa ,00; ogni servizio funebre comporta l impiego di almeno 4 autisti necrofori, per non meno di 2 ore, oltre al tempo necessario per la vestizione e il recapito anticipato del feretro, cui deve essere aggiunto il costo del personale di front-office e di back-office, di supporto su ogni servizio funebre; la quota di ammortamento civilistico per un autofunebre è valutabile in /anno per 5 anni; diviene veramente difficile comprendere come operatori funebri (seppure spesso ditte individuali) che eseguono i livelli quantitativi di servizi mediamente registrati a livello nazionale (n. 75/85 all anno), possano reggere economicamente e garantire ai titolari tenori di vita generalmente medio-alti. Poiché la sommatoria dei costi fissi sopra indicati raggiunge ca /anno (ipotizzando che il costo annuo di 4 necrofori assorba anche quello dell altro personale e le spese generali), corrispondenti ad un costo fisso per servizio nell ordine di 2.058/2.333, cui vanno aggiunti tutti i costi variabili (il cofano funebre, qualche addobbo floreale e/o necrologio, un minimo di remunerazione del capitale e dell imprenditore), ci si chiede a quale prezzo dovrebbe essere venduto ciascun funerale. La credibilità dei bilanci di queste aziende appare fortemente discutibile. Lo scenario che emerge dalla situazione descritta pone in evidenza una larga prevalenza di operatori che operano in condizioni di sostanziale incongruenza fra il numero di servizi funebri indispensabili per garantire la copertura dei costi delle strutture tecnico-organizzative e dei fattori produttivi da impiegare ed il numero di servizi/anno mediamente prestati, in totale assenza di quadri economici coerenti. Ne deriva che, troppo spesso, viene fatto fronte all attività funebre con soluzioni al di fuori di ogni normativa: Fattore produttivo lavoro: utilizzo di personale al di fuori delle normali regole sui rapporti di lavoro. Strutture tecnico-organizzative: o assenza di talune dotazioni, come le rimesse per le autofunebri, per le quali si utilizzano spesso sistemazioni improprie, non rispondenti ai requisiti previsti dalla normativa nazionale di settore; 14

20 sefit o mancanza di adozione delle misure richieste in materia di sicurezza e di prevenzione degli infortuni sul lavoro, di locali ed impianti, nonché tutela del lavoro; si rammenta che una esposizione ai rischi lavorativi tipica del settore è rappresentata dalla movimentazione manuale dei feretri (cofani funebri chiusi, contenenti la salma), che costituiscono carichi rilevanti, non frazionabili e non programmabili in termini di peso complessivo); o professionalità degli operatori funebri completamente trascurata e difficilmente quantificabile; o ricorso ad altri operatori funebri, con modalità diverse: nelle piccole realtà territoriali ricorrendo a prestazioni di servizi o noleggi da parte di operatori di altro ambito territoriale, tendenzialmente lontano (allo scopo di evitare azioni di bassa concorrenza), scelte che comportano maggiori oneri ed ostacolano le possibili ipotesi di aggregazione tra soggetti operanti nel medesimo ambito locale, condizioni che potrebbero, invece, costituire germi di crescita aziendale; nelle realtà maggiori con il ricorso a strutture variamente denominate (frequentemente note come Centri di servizio ), le quali riducono l esigenza di dotarsi di attrezzature e risorse, al punto da trasformare gli operatori funebri in meri procacciatori d affari, con conseguente incremento dell asprezza dei mezzi attraverso i quali avviene la concorrenza in ambito locale, anche in funzione di margini di remuneratività tendenzialmente in ribasso; il procacciamento è spesso congiunto a pagamenti non registrati, resi possibili dalla presenza di forti componenti di evasione fiscale e contributiva, situazione favorita dal fatto che le prestazioni proprie delle pompe funebri, attualmente, sono esenti dall IVA. Un contesto di tale genere costituisce terreno ideale per modalità illecite di acquisizione dei servizi funebri, quali la corresponsione di dazioni per segnalazioni di decessi da parte di personale operante nei padiglioni ospedalieri, in istituti di cura e/o di ricovero ( segnalazioni che non originano tanto dai servizi necroscopici delle strutture, ma soprattutto dai reparti in cui i decessi avvengono); si tratta di comportamenti diffusi, che costituiscono segnali di un esasperata ed alterata situazione di competizione (o falsa concorrenza), i cui oneri vengono, alla fine, posti a carico di inconsapevoli cittadini dolenti, attraverso incrementi impropri e non controllabili dei prezzi finali dei servizi (i c.d. pacchetti chiusi ). L anzidetta polverizzazione degli operatori funebri, determinando un rapporto medio di servizi/anno estremamente basso (tendenzialmente destinato a ridursi ulteriormente, qualora continuasse la crescita del numero degli attori dell offerta), comporta livelli di remuneratività inadeguati, cui, in alcuni casi, viene fatto fronte attraverso l esercizio di altre attività, a volte collaterali (arredi cimiteriali, addobbi floreali, attività lapidea e simili), a volte su settori merceologici del tutto differenti. Spesso il problema viene risolto, molto più semplicemente, attraverso un sostanziale incremento dei ricavi unitari dei servizi funebri, individuando alcune componenti del servizio funebre quali elementi di remunerazione complessiva dell attività. In assenza di un piano d impresa e di una valorizzazione dei prezzi per componenti del servizio, molti operatori non strutturati tendono a caricare, ad esempio, sulla vendita del cofano gran parte degli oneri d impresa, occultando questa operazione cofano-centrica con l emissione (quando siano emesse) di fatture a contenuto estremamente generico e sintetico, quali servizio completo. La situazione delineata porta anche a registrare come il notevole e crescente numero di operatori dell offerta nel settore funebre (attratti da presunti facili ed ingenti guadagni rispetto agli investimenti necessari), posto in relazione alla sostanziale stabilità del numero di 15

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